Vitamia

Capitano, a volte. Quasi a tradimento. Giorni e poi settimane. Densi di emozioni. Pieni, fin da scoppiare. Vita intrecciata, intessuta fitta fitta. Nodi su nodi, ordito e trama. Ma dal rovescio.

Senti benissimo che Qualcuno sta tessendo un enorme arazzo. La navetta corre, il telaio ticchetta rapido. Presto, presto, c’è poco tempo. E corri assieme alla navetta, in un vorticoso intreccio di fili colorati. Una tarantella scatenata, con mastro Vinicio a dare il tempo.

Quando capita, nuoti in apnea. Scalci forte, coi polmoni urlanti che implorano: aria, aria! Luce per ritornare in superficie. Tempo, almeno un po’. Tregua per un cuore che batte affannoso.

Tante volte, in passato, ho maledetto il destino. La Vita e l’Universo. Ho covato e coltivato la mia rabbia. L’ho tenuta stretta, era solo mia.

Il tempo ci cambia. E gli incontri, più ancora. L’Amore ci leviga gli spigoli. Occhietti vispi ci chiedono la perla preziosa, frutto di tante lacrime.

Al diavolo l’ordine. In malora i piani. Sconvolti gli antichi rituali. Di colpo, ci troviamo tra le onde: il passato esce di scena con fragore, il presente è terremotato, ma il futuro ci chiama. A gran voce.

Vitamia. Grazie. Sii benedetta.

Fiorella Mannoia, Che sia benedetta (dal vivo)

Preghiera per il nuovo anno

Oggi è il giorno giusto per condividere questa bellissima preghiera per il nuovo anno, scritta da un contadino sudamericano (con mille ringraziamenti a Cristina, la mia sposa, per averla scovata in rete).

Signore,
alla fine di questo anno voglio ringraziarti
per tutto quello che ho ricevuto da te,
grazie per la vita e l’amore,
per i fiori, l’aria e il sole,
per l’allegria e il dolore,
per quello che è stato possibile
e per quello che non ha potuto esserlo.

Ti regalo quanto ho fatto quest’anno:
il lavoro che ho potuto compiere,
le cose che sono passate per le mie mani
e quello che con queste ho potuto costruire.

Ti offro le persone che ho sempre amato,
le nuove amicizie, quelli a me più vicini,
quelli che sono più lontani,
quelli che se ne sono andati,
quelli che mi hanno chiesto una mano
e quelli che ho potuto aiutare,
quelli con cui ho condiviso la vita,
il lavoro, il dolore e l’allegria.

Oggi, Signore, voglio anche chiedere perdono
per il tempo sprecato, per i soldi spesi male,
per le parole inutili e per l’amore disprezzato,
perdono per le opere vuote,
per il lavoro mal fatto,
per il vivere senza entusiasmo
e per la preghiera sempre rimandata,
per tutte le mie dimenticanze e i miei silenzi,
semplicemente… ti chiedo perdono.

Signore Dio, Signore del tempo e dell’eternità,
tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro, e, all’inizio di un nuovo anno,
io fermo la mia vita davanti al calendario
ancora da inaugurare
e ti offro quei giorni che solo tu sai se arriverò a vivere.

Oggi ti chiedo per me e per i miei la pace e l’allegria,
la forza e la prudenza,
la carità e la saggezza.

Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà,
chiudi le mie orecchie a ogni falsità,
le mie labbra alle parole bugiarde ed egoiste
o in grado di ferire,
apri invece il mio essere a tutto quello che è buono,
così che il mio spirito si riempia solo di benedizioni
e le sparga a ogni mio passo.

Riempimi di bontà e allegria
perché quelli che convivono con me
trovino nella mia vita un po’ di te.

Signore, dammi un anno felice
e insegnami e diffondere felicità.

Nel nome di Gesù, amen.

(Arley Tuberqui)

Il compito che ci attende

In questi tempi difficili, nei quali ogni giorno ci raggiungono echi di odio e immagini di morte, credo che ci attenda un unico grande compito: vivere in pienezza, operare per il bene alla luce del sole, stringerci un po’ di più alle persone che amiamo, sorridere agli sconosciuti, non dimenticarci dei deboli e dei più piccoli.

Diffondere amore, e coltivare la speranza, per aiutare il futuro a sbocciare.

fiore tra le pietre

Promemoria

Regalarsi ogni giorno un po’ di bellezza.
Coltivare relazioni nutrienti per la nostra anima.
Mettere sempre amore in ciò che facciamo.
Lasciar andare le negatività in cui ci siamo imbattuti.
Accogliere la Vita come un’avventura meravigliosa.
Osare il nuovo, guardando il mondo con occhi bambini.
Impegnarsi a lasciare una traccia luminosa dietro di noi.

Perché la Vita è una collana fatta di migliaia di giorni. Ciascuno, unico e irripetibile.
Proprio come ciascuno di noi: un pensiero unico e irripetibile che Dio non rifarà più, come diceva padre Giovanni Vannucci.

Beautiful abstract background with mandala ornament and quote about love, Valentine's Day romantic card design template

Amore: cio’ che resta

In questo mondo di matti

DIstrazione

Oggi, ho iniziato la giornata riascoltando l’omelia della notte di Natale di don Luigi Verdi.

Mi colpivano tanti accenti, perché Gigi sa davvero leggere il cuore delle persone. Un pensiero, più di altri: “Io, in questo mondo di matti, salverei solo due cose: i bambini e gli innamorati. Il resto si fa pietà tutti, ma i bambini e gli innamorati li salverei“.

Perché ci si affanna tutti, si vive da matti, si mastica e si sputa. Si continua a camminare e a sperare. E alla fine, solo l’Amore resta: i mille fili annodati, gli incontri, le relazioni, i momenti che ci hanno segnati, i sogni condivisi. L’amore ricevuto e quello donato.

Buon 2015, auguri di amore

Auguri per un 2015 ricco di gioie piccole e grandi, incontri nutrienti, volti amici.

Con lo stupore dei bambini, il coraggio dei pionieri, la felicità degli innamorati, lo slancio sconsiderato dei visionari, la pazienza dei contadini, il sogno bimbo tenerodei poeti.

Che ogni giorno sia una perla preziosa, una lezione imparata, un po’ di amore donato.

Perché ogni anno è un altro pezzetto di apprendistato nella difficile arte d’imparare ad amare.

La vera sfida

Viviamo tempi complicati. Giornate dense d’impegni. Zeppe di stimoli. Con troppe ansie e paure a far capolino, sempre in agguato. E il corpo, esausto, a implorare un po’ di tregua. Qualche spazio di quiete, prima di sprofondare in sonni spesso agitati.

Ci dibattiamo nel quotidiano, come in una rete a strascico. Con la sensazione che la vita ci sfugga di mano. Che altre forze vincano la nostra fragile volontà, e ci conducano Altrove. Lontani dalla nostra anima.

Facciamo del nostro meglio per tener botta. A volte, traversando le ore come uno slalom speciale: concentrati e determinati, attenti a ogni snodo, a ogni possibile ostacolo. In altri momenti, provando a rinviare, fuggendo gli impegni non essenziali, barricandoci dentro casa. Alla disperata ricerca di un’oasi di quiete, di un volto amico che ci sorrida. Di una carezza che spiani almeno una ruga.

Una vita più semplice, vorremmo. Più leggera. Capace di farsi portare dal vento, di prendere ogni giorno come un dono, ogni incontro come un’occasione speciale: più tempo, più tempo buono, più senso in ogni momento. Per non dover prendere commiato dalla Vita carichi di rabbia, o di rimpianti.

Pensavo a questo, l’altra sera, mentre riascoltavo Gigi, don Luigi Verdi, che parlava di questo tempo, e di come provare a passare dall’ira alla mitezza. Ascoltavo la sua voce calda, la passione con cui sceglie di donarsi totalmente, senza misura. Mentre invita alla semplicità, alla tenerezza, ad abbandonare una vita “da manicomio”, per sceglierne una più nuda, più autentica.

Icona di Gesù - Pieve di RomenaEcco, forse la vera sfida sta proprio qui: nell’avere il coraggio di lasciar andare i troppi stimoli che ci strappano tempo ed energie. Nel coltivare relazioni autentiche, svestite di ruoli aspettative giudizi, e intrise di accoglienza tenerezza umanità. Nel saper scegliere – ogni giorno, ogni giorno! – di abitare la vita, senza fughe né rimpianti. Grati per la sinfonia che riempie l’Universo, e che ci chiama a tornare a danzare, e poi di nuovo a riposare. Daccapo, a ogni alba, a ogni tramonto. Perché è stato un giorno unico, consumato, degno di essere vissuto.

E ricordando un pensiero di padre Giovanni Vannucci. Che dovremmo incorniciare sopra l’uscio di casa. Monito per noi che l’abitiamo. E benvenuto per chi incrocerà la sua traiettoria di vita con la nostra:

Il nostro guaio è che siamo immersi nell’Amore,
e non ce ne rendiamo conto.

Ci impegniamo – don Primo Mazzolari

Ci impegniamo noi e non gli altri
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto né chi sta in basso,
né chi crede né chi non crede.

Ci impegniamo
senza pretendere che altri s’impegnino,
con noi o per suo conto,
come noi o in altro modo.

Ci impegniamo
senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza disimpegnarci perche altri non s’impegna.

Ci impegniamo
perche non potremmo non impegnarci.
C’è qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia,
più forte di noi stessi.

Ci impegniamo
per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni,
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.

Si vive una sola volta
e non vogliamo essere “giocati”.
in nome di nessun piccolo interesse.

Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l’uomo
se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.

Ci interessa di perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.

Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l’amore.

Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare
anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all’amore,
poiche dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c’è, insieme a una grande sete d’amore,
il volto e il cuore dell’amore.

Ci impegniamo
perché noi crediamo all’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.

(don Primo Mazzolari)

Famiglie in cammino (da http://www.carlolazzeroni-blog.it)

Luigi Ciotti – La storia ha bisogno di noi

Trovo questo pensiero di Luigi Ciotti all’inizio del bel libro “Il morso del più“, che raccoglie la memoria di tanti incontri nei quali è stato ospite presso la Fraternità di Romena. E mi pare un buon viatico per l’anno sociale che sta per riaprirsi, e che certo richiederà il nostro impegno e le nostre migliori energie.

Anche se l’orizzone di una mèta ci appare lontano,
anche se a volte è naturale sentirsi scoraggiati,
non dobbiamo fermarci.
La storia ha bisogno di noi.
Nella storia c’è una pagina bianca
che siamo chiamati a scrivere.
È nostra, ci è affidata.
È Dio che ci dice: “Scrivila tu”.
(Luigi Ciotti)

don Luigi Ciotti a Romena

don Luigi Ciotti a Romena